Pensioni estere, serve una svolta

Nella mattinata di lunedì 4 dicembre, si è svolto a Trieste, davanti alla sede dell’Inps, un presidio promosso dallo Spi di Trieste e del Friuli Venezia Giulia, unitamente ai sindacati pensionati dell’Istria croata e della Slovenia, nonchè alle Inca dei due paesi, per denunciare i gravi ritardi nell’erogazione delle pensioni dei residenti all’estero. A differenza del passato, caratterizzato da pensioni di guerra, si tratta di pensioni maturate da lavoro e riguardano specialmente pensionati che vivono nei paesi della ex Yugoslavia. Per alcuni, l’attesa dura da quattro anni, mediamente il ritardo si aggira sui due anni. “¨A  nulla sono valse le numerose iniziative di sensibilizzazione e intervento nei confronti dei vari interlocutori: Inps ( a tutti i livelli),  rappresentanti politici, altri interlocutori istituzionali. “¨Alla radice esiste un clamoroso problema di carenza del personale addetto sia a livello locale che nazionale, accanto ad un processo esasperato di mobilità , oltre alla difficile relazione burocratica tra i diversi paesi e l’Italia. “¨La manifestazione si è conclusa con un incontro con il nuovo responsabile delI’Inps regionale che si è impegnato ad un sollecito potenziamento del servizio e ad un piano strutturato per risolvere il problema. “¨Va ricordato che centinaia di pensionati non ricevono da anni alcun reddito, come anche per le indennità  di accompagnamento o di invalidità : una situazione insostenibile! “¨L’impegno di tutte le organizzazioni presenti e delle delegazioni provenienti dai due paesi limitrofi è ora quello di vigilare per la rapida applicazione degli impegni presi al fine di ripristinare un iter corretto delle pratiche e, soprattutto, di veder garantiti i diritti dei lavoratori/pensionati.