Il FUTURO NON HA ETA'

Lo Spi-Cgil (Sindacato Pensionati Italiani) è il Sindacato generale delle pensionate, dei pensionati e delle persone anziane che tutela e organizza nella Cgil i pensionati di tutte le categorie, soggetti a qualsiasi regime pensionistico. Lo Spi-Cgil promuove lo sviluppo e la collaborazione tra Federazioni di categoria e Sindacato dei pensionati, ed è affiliato alla Federazione Europea Pensionati e Anziani (Ferpa). Leggi lo Statuto approvato dal XVII Congresso nazionale dello Spi-Cgil, tenuto a Montesilvano nei giorni 16-17-18 febbraio 2006.

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13/11/2022

Pensioni, da gennaio aumenti fino al 7,3%

È del 7,3% il tasso provvisorio di inflazione che verrà adottato dall’Inps per la rivalutazione delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2023. Lo stabilisce il decreto approvato dal Ministero dell’Economia e dalle Finanze, basato sul tasso d’inflazione calcolato dall’Istat tra gennaio e settembre. Per le pensioni già parzialmente rivalutate del 2% a partire da ottobre, l’incremento sarà del tasso residuo, vale a dire il 5,3%, sempre applicato per fasce d’importo. Nessuna sorpresa, ma solo l'applicazione delle norme in materia di adeguamento delle pensioni al costo 6,57% e del della vita. Adeguamento che dal 1° gennaio 2022 è tornato al sistema in vigore fino al 2011, con il ripristino del meccanismo, più equo e vantaggioso per i pensionati, basato sulle fasce d'importo e non sul valore complessivo della pensione. «Il meccanismo di calcolo è stato riconquistato dai sindacati dei pensionati lo scorso anno dopo anni di mobilitazioni», si legge sul sito dello Spi Cgil nazionale, in una nota che contiene anche una tabella con il calcolo degli aumenti netti che matureranno complessivamente da gennaio.
In sintesi ogni pensione viene rivalutata per intero (cioè per un valore pari a quello del tasso d'inflazione rilevato nell'anno precedente) fino a un importo pari a 4 volte il valore della pensione minima (cioè fino a 2.097,40 euro), di una percentuale pari al 90% dell'inflazione nella fascia d'importo compresa tra 4 e 5 volte la minima (cioè tra 2.097,40 e 2.621,75 euro) e al 75% dell'inflazione nella fascia d'importo eccedente. Con un tasso d'inflazione al 7,3%, le percentuali di rivalutazione nelle tre fasce sono rispettivamente del 7,3% e del 5,475%. 
La novità di quest'anno consiste nell'anticipo parziale della rivalutazione deciso dal Governo Draghi con il decreto Aiuti bis, che aveva disposto un primo "acconto" della rivalutazione, pari al 2%, sulle ultime quattro mensilità del 2022 (ottobre, novembre, dicembre e tredicesima), a fronte dei forti aumenti patiti dalle famiglie, in particolare nei consumi energetici. L'adeguamento del 2%, applicato con gli stessi criteri per fasce appena descritti, non riguardava tutti i pensionati, ma solo quelli con redditi lordi fino a 2.692 euro mensili (35mila euro annuali): si tratta circa del 90% dei 16 milioni di pensionati italiani. Nel loro caso, l'aumento massimo di gennaio sarà del 5,3%: si tratta della parte di rivalutazione eccedente l'anticipo scattato a ottobre. Per gli altri assegni, quelli ancora fermi al valore di gennaio, la rivalutazione si applicherà per intero.
Un ulteriore ritocco degli assegni, pari allo 0,2%, è legato inoltre al ricalcolo del tasso d'inflazione 2021, utilizzato per la rivalutazione delle pensioni nel corso del 2022. Il tasso definito d'inflazione 2021 è stato infatti fissato all'1,9%, contro l'1,7% che era stato provvisoriamente applicato. Anche  questo adeguamento è stato anticipato a ottobre per le pensioni fino a 2.692 euro, con annesso conguaglio degli importi sulle mensilità da gennaio a settembre. Per le pensioni più alte adeguamento e conguaglio degli arretrati (su 13 mensilità) avverranno a gennaio.
Nella tabella allegata l'illustrazione del maccanismo di rivalutazione e alcuni esempi di calcolo degli aumenti.