Il FUTURO NON HA ETA'

Lo Spi-Cgil (Sindacato Pensionati Italiani) è il Sindacato generale delle pensionate, dei pensionati e delle persone anziane che tutela e organizza nella Cgil i pensionati di tutte le categorie, soggetti a qualsiasi regime pensionistico. Lo Spi-Cgil promuove lo sviluppo e la collaborazione tra Federazioni di categoria e Sindacato dei pensionati, ed è affiliato alla Federazione Europea Pensionati e Anziani (Ferpa). Leggi lo Statuto approvato dal XVII Congresso nazionale dello Spi-Cgil, tenuto a Montesilvano nei giorni 16-17-18 febbraio 2006.

News

23/12/2020

«Emergenza Covid e anziani, serve un cambio di passo su entrambi i versanti del confine»

«Le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea devono essere occasione per un reale salto di qualità dei sistemi sanitari e per garantire una migliore assistenza agli anziani, e rappresentano una straordinaria opportunità per creare occasioni di sviluppo economico e nuova occupazione». È quanto scrivono in una nota congiunta il segretario regionale dello Spi-Cgil Roberto Treu e Francka Cetkovic, segretaria del sindacato pensionati sloveno Sus, al termine di una videoconferenza convocata per esaminare l’attuale quadro di emergenza sanitaria nella nostra regione e nella vicina Repubblica. «È comune – si legge ancora nella nota – la necessità di potenziare il servizio sanitario pubblico universale, migliorare il sistema di assistenza continuativa agli anziani, aumentare gli organici del personale sanitario, sviluppare una forte medicina territoriale, implementare la telemedicina e la digitalizzazione del servizio socio sanitario».
Sia in Fvg che in Slovenia, denunciano inoltre Fvg e Sus, si registra l’indisponibilità un’indisponibilità dei rispettivi governi (regionale e nazionale) «a sviluppare un dialogo sociale costruttivo, volto a imprimere profonde correzioni della strategia di gestione, controllo e contenimento della pandemia». I due sindacati giudicano poi «inaccettabile l’uso politico strumentale della crisi pandemica, con limitazioni e repressioni della voce e delle proteste degli operatori sanitari, delle organizzazioni sociali, politiche e sindacali». I sindacati, da parte loro, «ribadiscono un impegno alla collaborazione, con particolare riguardo alla condizione dei lavoratori frontalieri impegnati nei servizi di assistenza alla persona e alle necessità di prevedere percorsi più agili per la loro regolarizzazione, vista la forte rilevanza sociale del lavoro che svolgono, specialmente in questo periodo».