Il FUTURO NON HA ETA'

Lo Spi-Cgil (Sindacato Pensionati Italiani) è il Sindacato generale delle pensionate, dei pensionati e delle persone anziane che tutela e organizza nella Cgil i pensionati di tutte le categorie, soggetti a qualsiasi regime pensionistico. Lo Spi-Cgil promuove lo sviluppo e la collaborazione tra Federazioni di categoria e Sindacato dei pensionati, ed è affiliato alla Federazione Europea Pensionati e Anziani (Ferpa). Leggi lo Statuto approvato dal XVII Congresso nazionale dello Spi-Cgil, tenuto a Montesilvano nei giorni 16-17-18 febbraio 2006.

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13/05/2019

Aziende sanitarie: l'obiettivo non è fare utili, ma investire in salute

Parlare di utile quando ci si riferisce al sistema sanitario, come fa la Giunta regionale, è sicuramente inappropriato ed anche disdicevole, oltre che il frutto di una scarsa conoscenza delle dinamiche della spesa sanitaria degli altri paesi europei. Lo affermiamo guardando sia ai contenuti della programmazione sanitaria sia alle criticità croniche, tra le quali spiccano i ripetuti tagli al personale, che ovviamente si riflettono negativamente sui servizi e che sicuramente spiegano le risorse non spese. Tagli che concretamente rimarranno se non vi saranno tutte le assunzioni necessarie. Nell’augurarci che non ci sia correlazione alcuna fra i premi ai manager, parzialmente erogati nel 2017 per i bilanci in rosso, e gli avanzi di amministrazione, riteniamo che approcciarsi alla salute solo in termini di sostenibilità economica dice della approssimazione con cui si affronta un tema, quello del fare salute, in modo vecchio e assolutamente inadeguato.
Sbagliato anche denunciare ripetutamente sprechi e inefficienze in modo generico, senza dire dove si annidano e come e cosa si fa per risolverle, quasi a voler sfuggire proprio alla questione di fondo che è quella di evitare che le persone si ammalino. Investire cioè su quella prevenzione che costituisce il punto dolente del nostro sistema sanitario regionale, con una visione di prospettiva e un piede saldo sul presente. Bisogna garantire la tenuta della qualità del sistema sanitario pubblico garantendo a tutti i cittadini di questa regione pari diritti e opportunità di accesso ai servizi, quindi rimuovendo le differenze esistenti fra le province, con la piena attuazione dei livelli essenziali di assistenza, e tagliando liste di attesa e file al pronto soccorso, che quasi sempre costituiscono la carta di presentazione della sanità nei confronti dei cittadini. Parametri questi che debbono diventare più stringenti anche nel riconoscimento dei premi ai dirigenti.
Per quanto riguarda la provincia di Pordenone, la nostra attenzione va innanzitutto agli anziani (ce ne sono 174 ogni 100 giovano con meno di 14 anni, contro una media regionale di 213): la loro aspettativa di vita si è allungata, grazie anche al ruolo della sanità pubblica, ma questo comporta anche prospettivo di incremento della sanitaria, perché man mano che cresce l’età più aumenta la spesa sanitaria individuale. Su questo è necessario prospettare azioni di tipo preventivo, cosa che appare alquanto distante dall’offerta di prestazioni e servizi proposta dalle assicurazioni private e dai fondi di sanità integrativa. Quei soggetti cioè verso i quali si rivolge l’interesse della nostra amministrazione regionale, quasi a esprimere un’idea di “appalto” della tutela della salute di questa parte della popolazione.
Cgil Cisl Uil hanno messo in fila diverse proposte al riguardo, che chi governa fa fatica ad ascoltare. Tra queste spicca appunto una rinnovata attenzione alle patologie che produrranno i cambiamenti demografici, epidemiologici e sociali (cronicità e non autosufficienza in specie), anche in un’ottica di genere. Ecco, se si avesse la lungimiranza di guardare a questi obiettivi e di utilizzare le risorse per conseguirli è sicuro che non avremmo avanzi finanziari ma benefici in termini di salute e anche si sostenibilità del sistema sanitario.
Spi Cgil Pordenone, segreteria provinciale