03/10/2018
«Sanità, ospedali e territorio restino sotto una regia unica»
«Abbiamo espresso al presidente Fedriga e all’assessore
Riccardi la nostra disponibilità a ragionare su nuovi modelli di governance
della sanità regionale, a patto però che non si torni a una divisione tra
ospedali e territorio che andrebbe nella direzione opposta alle esigenze dei
cittadini del Friuli Venezia Giulia». È quanto dichiarano per le segreterie
regionali di Cgil, Cisl e Uil, Villiam Pezzetta, Luciano Bordin e Giacinto
Menis, al termine dell’incontro odierno con la Giunta, chiesto per un confronto
approfondito sulle ipotesi di riforma tracciate dai “saggi”, alla presenza
anche delle categorie del lavoro pubblico e dei pensionati.
«L’incontro – dichiarano i tre segretari –ha messo alla luce
una volontà di condivisione da parte dell’esecutivo che apprezziamo, e che
dovrà proseguire nelle successive fasi del confronto». Per quanto riguarda il
merito, i sindacati dicono di «ritenere condivisibile l’idea di una coincidenza
tra distretti sanitari e ambiti, in linea con i rilievi che abbiamo da sempre mosso
alla riforma del 2014», sostenendo nel contempo che «una radicale riforma
sarebbe controproducente, creando un insostenibile stress per il comparto».
Indispensabile invece «individuare da subito le criticità, a partire
dall’allungamento delle liste di attesa, dal mancato decollo dei Cap e delle
aggregazioni dei medici di base, con l’obiettivo di salvaguardare e migliorare
concretamente gli standard dei servizi di cura e assistenza offerti ai
cittadini».
Fondamentale, per i sindacati, proseguire nell’obiettivo di
spostare sul territorio il baricentro della sanità regionale. «Solo rafforzando
i servizi territoriali – sottolineano i segretari – potremo disintasare i
pronto soccorso e ridurre il tasso di ricoveri ospedalieri, garantendo nel
contempo una reale continuità della presa in carico lungo tutto il percorso
diagnosi, cura, dimissioni, convalescenza e riabilitazione. Un percorso che
richiede una regia unica e che deve tenere conto della crescente incidenza
delle patologie croniche legate all’invecchiamento della popolazione».
Altrettanto importante accelerare il lento recupero del
turnover di personale infermieristico che è stato avviato negli ultimi due
anni, «perché investire sulle assunzioni – concludono Pezzetta, Bordin e Menis
– è la prima condizione indispensabile per una sanità che funzioni, quale che
sia oggi o in futuro il modello di governance adottato in questa regione».