Il FUTURO NON HA ETA'

Lo Spi-Cgil (Sindacato Pensionati Italiani) è il Sindacato generale delle pensionate, dei pensionati e delle persone anziane che tutela e organizza nella Cgil i pensionati di tutte le categorie, soggetti a qualsiasi regime pensionistico. Lo Spi-Cgil promuove lo sviluppo e la collaborazione tra Federazioni di categoria e Sindacato dei pensionati, ed è affiliato alla Federazione Europea Pensionati e Anziani (Ferpa). Leggi lo Statuto approvato dal XVII Congresso nazionale dello Spi-Cgil, tenuto a Montesilvano nei giorni 16-17-18 febbraio 2006.

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21/02/2018

«In Fvg 24mila caregivers over 65: serve una legge che le supporti»

Un riconoscimento pubblico al ruolo delle “caregiver” e un supporto pubblico alla loro funzione, fondamentale per l’assistenza degli anziani non autosufficienti, dei malati, dei minori. È quanto chiedono le donne del Sindacato pensionati e della Cgil, rivendicando l’esigenza di una legge regionale specifica, sul modello di quella approvata nel 2014 dall’Emilia Romagna. A lanciare l’appello, a nome del coordinamento donne del Sindacato pensionati, la segretaria generale dello Spi di Udine Daniela Vivarelli e Gianna Belle, dello Spi Fvg, in occasione del convegno “L’altra metà del cielo over 65”, tenutosi questa mattina a Udine, nella sede della Camera del lavoro.
ANZIANE E CAREGIVERS. Dietro alla richiesta dello Spi la crescita della popolazione anziana, con una percentuale di anziani che supera il 26% e sfiora il 29% tra le donne, e del numero di donne, anche anziane, che si occupano di un familiare del tutto o parzialmente non autosufficiente. Si stima infatti, come emerso da uno studio presentato dalla ricercatrice dell’Ires Fvg Chiara Cristini, che il 13% delle over 65 della nostra regione, vale a dire circa 24mila, svolga un ruolo continuativo di assistenza, con un impegno spesso a tempo pieno, considerati sia i compiti di assistenza pura che quelli di vigilanza, e tale da assorbire completamente il tempo libero di una casalinga a o una pensionata, con pesanti limitazioni alla partecipazione ad altre attività di carattere personale, sociale, culturale. Ancora più alto, ovviamente, l’impatto del fenomeno nelle fasce di età più basse, considerato che la percentuale di donne impegnate continuativamente in un ruolo di assistenza a familiari sia del 30% tra i 45 e i 64 anni.
I NUMERI Pur in mancanza di numeri certi, dalla ricerca dell’Ires emerge in modo chiaro che è sulle famiglie, e in maniera largamente preponderante sulle donne, che continua a ricadere in modo prevalente l’onere dell’assistenza, anche in una regione come la nostra, dotata di strumenti avanzati come il Fap e l’assegno di cura. A fronte di una platea stimata di almeno 45mila non autosufficienti, totali o parziali, sono 8mila quelli ospitati in casa di riposo e 16mila, secondo i dati Inps più aggiornati, quelli che si avvalgono del supporto di un’assistente familiare assunta con contratto. E se è vero che gli utenti di servizi infermieristici o riabilitativi in regione sono 49mila, 7.400 i beneficiari del Fap e 6.800 quelli che godono di un servizio di assistenza domiciliare, si tratta di forme di supporto che, sia pure importantissime sotto il profilo del supporto economico o socio-sanitario, non sarebbero sufficienti senza il contributo delle famiglie.
LE RICHIESTE. Da qui l’esigenza di un monitoraggio regionale sul ruolo dei caregivers, «con dati – spiega Orietta Olivo, responsabile welfare della segreteria regionale Cgil – che non vanno letti in modo neutro, ma in un’ottica di genere, perché non si può continuare a considerare come dovuto o come un fatto scontato il ruolo delle donne, che siano in età lavorativa o appartengano alla cosiddetta terza età». Questo, insistono la Cgil e lo Spi, anche in considerazione degli effetti che il lavoro in ambito familiare spiega sulla condizione professionale, economica e previdenziale delle donne. Significativo a questo riguardo il gap nei redditi medi da pensione, che in Fvg ammontano a 23mila euro per i maschi e poco più di 15mila per le donne.
INVECCHIAMENTO ATTIVO. Dopo la fase del monitoraggio, lo Spi e la Cgil puntano a una legge che preveda interventi sulla formazione e sul supporto ai caregivers, «che dovranno potersi interfacciare – spiega Daniela Vivarelli – con la rete dei distretti». Ma un ruolo importante, per lo Spi, spetta anche a tutti gli interventi e le leggi già esistenti, come quella sull’invecchiamento attivo, che sostenendo la partecipazione degli anziani ad attività di carattere sociale, formativo e culturale possano rafforzare la loro autosufficienza, favorire la loro permanenza in ambito familiare e rallentare il decadimento fisico e psicologico».